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La settimana lavorativa corta in Italia: un nuovo paradigma per il futuro del lavoro

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Aggiornato: 20 Novembre 2025
Aggiornato: 20 Novembre 2025
La settimana lavorativa corta in Italia: un nuovo paradigma per il futuro del lavoro

Negli ultimi anni, l’idea della settimana lavorativa “corta”, generalmente articolata su quattro giorni invece dei tradizionali cinque, ha guadagnato terreno nel dibattito su benessere dei lavoratori, produttività e nuove forme di organizzazione del lavoro.

Aziende di tutto il mondo stanno sperimentando modelli organizzativi più flessibili, con l’obiettivo di migliorare il benessere dei dipendenti e aumentare la produttività, soprattutto a seguito dell’identificazione dei benefici potenziali in termini di equilibrio vita-lavoro, riduzione dello stress e motivazione.

In Italia, l’interesse per questa formula è in costante crescita, anche grazie alle nuove tecnologie che rendono possibile una gestione più efficiente delle attività. In questo contesto, Bitrix24, piattaforma per la gestione aziendale, ha condotto uno studio tra i propri utenti per analizzare percezioni, vantaggi e strumenti necessari all’implementazione della settimana lavorativa corta. I risultati offrono uno spaccato significativo sul modo in cui le imprese italiane immaginano il futuro del lavoro.


Un consenso quasi unanime: la settimana corta piace agli italiani

Secondo lo studio di Bitrix24, oltre il 90% dei partecipanti ha espresso un giudizio positivo nei confronti della settimana lavorativa corta, e circa il 77,87% si è dichiarato “molto favorevole”. Solo poco più del 7% ha manifestato indecisione o contrarietà. Questo dato riflette un consenso quasi unanime verso un modello lavorativo che rompe con la tradizione: la riduzione dei giorni di lavoro non viene più percepita come un rischio, ma come un’evoluzione naturale del modo di concepire il tempo e la produttività. Il dato assume ancora più rilievo se si considera il contesto culturale italiano, storicamente legato a schemi lavorativi rigidi e alla presenza fisica in ufficio.

Gli anni di lavoro ibrido e smart working, a seguito della pandemia, hanno accelerato il cambiamento, introducendo il concetto di flessibilità come valore imprescindibile per i lavoratori italiani. La settimana corta viene percepita come una naturale evoluzione di questa tendenza: non un privilegio, ma un modo intelligente di ottimizzare energie e risorse. L’entusiasmo generale evidenzia anche una maturità organizzativa crescente: i lavoratori italiani non cercano solo “più tempo libero”, ma un modello che permetta di lavorare meglio, con maggiore concentrazione e soddisfazione. La settimana corta, dunque, non è soltanto una riduzione oraria, ma un simbolo di rinnovamento culturale e di fiducia reciproca tra aziende e dipendenti.

Esperienze simili sono emerse anche a livello internazionale: in numerosi esperimenti condotti nel Regno Unito e in Islanda, la produttività si è mantenuta stabile o è addirittura cresciuta, mentre i livelli di stress sono diminuiti sensibilmente. Secondo quanto riportato da Forbes Next Leaders, le aziende che hanno adottato la settimana corta hanno registrato anche un aumento della soddisfazione interna e una riduzione del turnover.

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Più equilibrio, più produttività: i benefici percepiti

Tra i vantaggi percepiti, prevale nettamente la ricerca di un migliore equilibrio tra vita privata e vita lavorativa, indicato da oltre un terzo dei partecipanti (63,24%). Avere un giorno libero in più consente di dedicare più tempo alla famiglia, agli interessi personali e alla cura di sé, riducendo stress e burnout. Questo è un segnale chiaro di come il benessere personale stia diventando un indicatore chiave della soddisfazione professionale.

Inoltre, questo effetto positivo sulla qualità della vita genera un circolo virtuoso: lavoratori più riposati e motivati tendono a essere più produttivi e creativi. Infatti, quasi tre lavoratori su dieci (28,06%) ritengono che la settimana corta non comporti una diminuzione delle prestazioni, ma al contrario favorisca una maggiore efficienza, permettendo di concentrare gli sforzi e ridurre i tempi morti. In Italia, dove spesso la produttività è ostacolata da riunioni improduttive e processi burocratici, la riduzione della settimana lavorativa potrebbe rappresentare uno stimolo a riorganizzare il lavoro su obiettivi concreti, puntando su risultati e non solo sul tempo trascorso in ufficio.

Un ulteriore 8,70% degli intervistati indica la riduzione dello stress come principale beneficio, a conferma del legame sempre più stretto tra efficienza e salute mentale. Il concetto di produttività sostenibile, che unisce performance e benessere, si sta affermando in molte imprese innovative, come osservato anche dall’Osservatorio del Politecnico di Milano.

Inoltre, un miglior equilibrio vita-lavoro ha effetti positivi anche sulla retention: i dipendenti soddisfatti tendono a restare più a lungo in azienda, riducendo i costi di turnover e rafforzando la cultura aziendale. Si può affermare che la settimana corta appare come un investimento strategico sia per il benessere individuale che per la competitività complessiva delle imprese italiane.

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Tecnologia e organizzazione: gli strumenti chiave per il successo

Per rendere realmente possibile la settimana lavorativa corta, la trasformazione digitale gioca un ruolo decisivo. Lo studio di Bitrix24 mostra che il 40,32% dei rispondenti individua nell’automazione il fattore più importante: automatizzare i processi ripetitivi e amministrativi libera tempo prezioso da dedicare a compiti ad alto valore aggiunto.

Quasi alla pari, il 35,57% dei partecipanti evidenzia l’importanza di un sistema di gestione dei progetti chiaro e costantemente aggiornato, che permetta di pianificare attività, monitorare scadenze e mantenere la collaborazione fluida anche in team ibridi o remoti. Quando i giorni lavorativi si riducono, diventa indispensabile sapere in ogni momento chi è responsabile di cosa e a che punto si trova ogni attività. Un project management efficiente, integrato e trasparente permette di evitare sovrapposizioni e ritardi, garantendo continuità anche in una settimana più corta.

Infine, circa un quarto dei partecipanti (24,11%) ha riconosciuto nel CRM un elemento essenziale per gestire i clienti in modo efficace e mantenere alti gli standard di servizio. In un modello più concentrato, la relazione con il cliente deve essere ancora più precisa, e strumenti come Bitrix24 CRM diventano fondamentali per centralizzare le informazioni e automatizzare i flussi di comunicazione.

Questi dati mostrano come la tecnologia non sia solo un supporto tecnico, ma una vera leva strategica per la produttività. L’integrazione di soluzioni digitali come quelle offerte da Bitrix24 permette di semplificare la comunicazione interna, ridurre gli sprechi di tempo e promuovere una cultura aziendale basata sulla trasparenza e sulla responsabilità. In prospettiva, la settimana corta può dunque diventare non solo un obiettivo di benessere, ma anche un driver di innovazione e modernizzazione per il tessuto produttivo italiano.

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Conclusione

La ricerca di Bitrix24 conferma che l’Italia è pronta a sperimentare un nuovo paradigma lavorativo, in cui il tempo viene gestito con maggiore intelligenza e la qualità prevale sulla quantità. La settimana lavorativa corta non rappresenta una semplice riduzione di ore, ma un modello più sostenibile e umano di organizzazione del lavoro, capace di valorizzare le persone e potenziare la produttività.

Grazie all’automazione, alla gestione digitale dei progetti e a strumenti di collaborazione avanzati, le imprese hanno oggi tutte le risorse per rendere questa trasformazione concreta. Se sostenuta da una visione strategica e da una cultura orientata alla fiducia e ai risultati, la settimana corta potrebbe diventare una delle innovazioni più significative del lavoro del futuro in Italia.

Ottieni una visione ancora più approfondita: scarica la nostra ricerca in formato PDF: Settimana lavorativa corta in Italia: nuovo paradigma per il futuro del lavoro


FAQ

1. La settimana corta comporta una riduzione dello stipendio?

Non necessariamente. Nella maggior parte dei progetti sperimentali, le aziende hanno mantenuto lo stesso salario, redistribuendo le ore di lavoro o eliminando gli sprechi. Tuttavia, alcune realtà potrebbero scegliere formule ibride, per cui è importante chiarire questa questione in fase di progetto.

2. Si tratta di un modello adatto a tutti i settori?

Non sempre. Mentre settori digitali, creativi e di consulenza possono adattarsi con più facilità, aree come assistenza sanitaria ed emergenze, il settore produzione o dei servizi al cliente in tempo reale possono incontrare ostacoli maggiori. Bisogna valutare caso per caso e sperimentare con adattamenti.

3. Cosa succede se un’impresa non riesce a portare a termine tutto il lavoro in 4 giorni?

Può verificarsi accumulo di lavoro residuo o pressione su chi resta in servizio. Per evitarlo, è essenziale ridisegnare la priorità delle attività, semplificare processi, automatizzare e prevedere buffer temporali. Spesso i progetti pilota includono margini di adattamento per errori e aggiustamenti.


Indice dei contenuti
Un consenso quasi unanime: la settimana corta piace agli italiani Più equilibrio, più produttività: i benefici percepiti Tecnologia e organizzazione: gli strumenti chiave per il successo Conclusione FAQ