Negli ultimi anni, l’idea della settimana lavorativa “corta”, generalmente articolata su quattro giorni invece dei tradizionali cinque, ha guadagnato terreno nel dibattito su benessere dei lavoratori, produttività e nuove forme di organizzazione del lavoro.
Aziende di tutto il mondo stanno sperimentando modelli organizzativi più flessibili, con l’obiettivo di migliorare il benessere dei dipendenti e aumentare la produttività, soprattutto a seguito dell’identificazione dei benefici potenziali in termini di equilibrio vita-lavoro, riduzione dello stress e motivazione.
In Italia, l’interesse per questa formula è in costante crescita, anche grazie alle nuove tecnologie che rendono possibile una gestione più efficiente delle attività. In questo contesto, Bitrix24, piattaforma per la gestione aziendale, ha condotto uno studio tra i propri utenti per analizzare percezioni, vantaggi e strumenti necessari all’implementazione della settimana lavorativa corta. I risultati offrono uno spaccato significativo sul modo in cui le imprese italiane immaginano il futuro del lavoro.
Gli anni di lavoro ibrido e smart working, a seguito della pandemia, hanno accelerato il cambiamento, introducendo il concetto di flessibilità come valore imprescindibile per i lavoratori italiani. La settimana corta viene percepita come una naturale evoluzione di questa tendenza: non un privilegio, ma un modo intelligente di ottimizzare energie e risorse. L’entusiasmo generale evidenzia anche una maturità organizzativa crescente: i lavoratori italiani non cercano solo “più tempo libero”, ma un modello che permetta di lavorare meglio, con maggiore concentrazione e soddisfazione. La settimana corta, dunque, non è soltanto una riduzione oraria, ma un simbolo di rinnovamento culturale e di fiducia reciproca tra aziende e dipendenti.
Esperienze simili sono emerse anche a livello internazionale: in numerosi esperimenti condotti nel Regno Unito e in Islanda, la produttività si è mantenuta stabile o è addirittura cresciuta, mentre i livelli di stress sono diminuiti sensibilmente. Secondo quanto riportato da Forbes Next Leaders, le aziende che hanno adottato la settimana corta hanno registrato anche un aumento della soddisfazione interna e una riduzione del turnover.

Inoltre, questo effetto positivo sulla qualità della vita genera un circolo virtuoso: lavoratori più riposati e motivati tendono a essere più produttivi e creativi. Infatti, quasi tre lavoratori su dieci (28,06%) ritengono che la settimana corta non comporti una diminuzione delle prestazioni, ma al contrario favorisca una maggiore efficienza, permettendo di concentrare gli sforzi e ridurre i tempi morti. In Italia, dove spesso la produttività è ostacolata da riunioni improduttive e processi burocratici, la riduzione della settimana lavorativa potrebbe rappresentare uno stimolo a riorganizzare il lavoro su obiettivi concreti, puntando su risultati e non solo sul tempo trascorso in ufficio.
Un ulteriore 8,70% degli intervistati indica la riduzione dello stress come principale beneficio, a conferma del legame sempre più stretto tra efficienza e salute mentale. Il concetto di produttività sostenibile, che unisce performance e benessere, si sta affermando in molte imprese innovative, come osservato anche dall’Osservatorio del Politecnico di Milano.
Inoltre, un miglior equilibrio vita-lavoro ha effetti positivi anche sulla retention: i dipendenti soddisfatti tendono a restare più a lungo in azienda, riducendo i costi di turnover e rafforzando la cultura aziendale. Si può affermare che la settimana corta appare come un investimento strategico sia per il benessere individuale che per la competitività complessiva delle imprese italiane.

Quasi alla pari, il 35,57% dei partecipanti evidenzia l’importanza di un sistema di gestione dei progetti chiaro e costantemente aggiornato, che permetta di pianificare attività, monitorare scadenze e mantenere la collaborazione fluida anche in team ibridi o remoti. Quando i giorni lavorativi si riducono, diventa indispensabile sapere in ogni momento chi è responsabile di cosa e a che punto si trova ogni attività. Un project management efficiente, integrato e trasparente permette di evitare sovrapposizioni e ritardi, garantendo continuità anche in una settimana più corta.
Infine, circa un quarto dei partecipanti (24,11%) ha riconosciuto nel CRM un elemento essenziale per gestire i clienti in modo efficace e mantenere alti gli standard di servizio. In un modello più concentrato, la relazione con il cliente deve essere ancora più precisa, e strumenti come Bitrix24 CRM diventano fondamentali per centralizzare le informazioni e automatizzare i flussi di comunicazione.
Questi dati mostrano come la tecnologia non sia solo un supporto tecnico, ma una vera leva strategica per la produttività. L’integrazione di soluzioni digitali come quelle offerte da Bitrix24 permette di semplificare la comunicazione interna, ridurre gli sprechi di tempo e promuovere una cultura aziendale basata sulla trasparenza e sulla responsabilità. In prospettiva, la settimana corta può dunque diventare non solo un obiettivo di benessere, ma anche un driver di innovazione e modernizzazione per il tessuto produttivo italiano.

Grazie all’automazione, alla gestione digitale dei progetti e a strumenti di collaborazione avanzati, le imprese hanno oggi tutte le risorse per rendere questa trasformazione concreta. Se sostenuta da una visione strategica e da una cultura orientata alla fiducia e ai risultati, la settimana corta potrebbe diventare una delle innovazioni più significative del lavoro del futuro in Italia.
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Non necessariamente. Nella maggior parte dei progetti sperimentali, le aziende hanno mantenuto lo stesso salario, redistribuendo le ore di lavoro o eliminando gli sprechi. Tuttavia, alcune realtà potrebbero scegliere formule ibride, per cui è importante chiarire questa questione in fase di progetto.
Non sempre. Mentre settori digitali, creativi e di consulenza possono adattarsi con più facilità, aree come assistenza sanitaria ed emergenze, il settore produzione o dei servizi al cliente in tempo reale possono incontrare ostacoli maggiori. Bisogna valutare caso per caso e sperimentare con adattamenti.
Può verificarsi accumulo di lavoro residuo o pressione su chi resta in servizio. Per evitarlo, è essenziale ridisegnare la priorità delle attività, semplificare processi, automatizzare e prevedere buffer temporali. Spesso i progetti pilota includono margini di adattamento per errori e aggiustamenti.